Noi le chiamiamo baraccopoli o bidonville. Visitarle o non visitarle? Noi consigliamo vivamente di non lasciare Cape Town e il Sudafrica senza aver fatto questa esperienza, che vi aiuterà a comprendere il periodo in cui ancora vigeva l’apartheid (il termine afrikaans per “segregazione”), quando la designazione di aree “white only” costrinse moltissime persone di colore a lasciare le loro case e vivere in comuni “riservati”. La fine di questa orribile era avvenne il 27 aprile del 1994, quando l’ANC (African National Congress) guidata da Nelson Mandela vinse le prime elezioni democratiche. A Cape Town le townships rappresentano ancora la dimora per una grande percentuale della popolazione nera, colorata ed indiana della città. Langa è la più antica township nera di Città del Capo, mentre Khayelitsha è la seconda più estesa del Sudafrica. Essere parte di un gruppo di turisti che passa e guarda è una sensazione difficile da descrivere, non sempre piacevole, ma di fatto è anche l’unica opportunità per avvicinarsi alla realtà quotidiana delle persone che vivono qui; inoltre, non va poi dimenticato che i turisti sono una delle poche fonti di guadagno e fra gli acquisti che potrete fare ci sono anche ottimi prodotti di artigianato. Se vi piace la carne fermatevi nel popolare Mzoli, un posto che è contemporaneamente ristorante, macelleria, locale notturno e luogo di ritrovo nella township. Qui non viene servito alcool, ma potrete portare la vostra bottiglia di vino da casa, o acquistarla nel vicino negozio di alcolici.